Era ora!!!

Per capire cos’è successo date un’occhiata a questo link:

Campania: rifiuti tossici per fertilizzanti, 38 arresti

Finalmente!!!
Questa si che è una buona notizia…
Spero solo che non si dissolva tutto in una bolla di sapone e che i responsabili la paghino cara.
Complimenti al mio amico Giorgio Mottola, ha avuto proprio un bel coraggio, in un paese dove tutti sapevano tutto, ma nessuno ha fatto mai niente per cambiare le cose, facendo colpevolmente finta di niente.
 

Dal Mattino del 05/07/2007
Ben 16 i salernitani sottoposti a fermo di polizia giudiziaria nell’ambito di un’inchiesta dei carabinieri del Gruppo per la tutela dell’ambiente e della procura di Santa Maria Capua Vetere sul un traffico illecito di rifiuti speciali che ha coinvolto anche una ditta di Roccapiemonte, la So.Ri.Eco srl, con stabilimento a Castel Nuovo di Conza. Ad essere sottoposti al fermo di pg sono stati alcuni indagati che hanno a che fare con la So.Ri.Eco: Gaetano (nato il 25 ottobre 1965, socio di maggioranza) e Domenico (del 23 06 1961, direttore tecnico) Ferrentino di Roccapiemonte; Giulio Ruggiero (del 1961, amministratore unico della società) di Angri, Felice Maria D’Álessio (1957, uno dei responsabili tecnici) di Battipaglia; Michele Staiano (1971) di Scafati. Stessa sorte per il tecnico Carmine Calvanese (1966) di Salerno. Nei guai anche i proprietari di terreni o trasportatori di fanghi o con altri ruoli: Romualdo Guarracino (del 1963), Vito Carrano (1979) e Franco Lettieri (1956) tutti di Albanella; Rosario Pinto (1960), Giovanni Pomposelli (1967), Giovanni Marandino (1978, nipote dell’omonimo boss della Piana del Sele), di Capaccio; Pellegrino Cerino (1984) di Battipaglia, Biagio Di Gruccio (1981) e Angelo Di Candia (1941) di Teggiano, e Antonio Pischiera (1949) di Santomenna. La So.Ri. Eco, secondo i pm e i carabinieri del luogotenente Giuseppe Recchimuzzi, avrebbe ricevuto nel suo impianto di compostaggio di Castel Nuovo di Conza, i fanghi prodotti dai depuratori di Orta di Atella, Marcianise e Cuma, rifiuti pericolosi e non compatibili con l’impianto della ditta rocchese che doveva produrre compost di qualità per essere utilizzato come fertilizzante. Questo compost di pessima qualità sarebbe stato disperso nei terreni di agricoltori compiacenti. Alcuni indagati avrebbero cercato l’avallo della Coldiretti per meglio camuffare la loro presunta attività illecita. Non avendolo ottenuto, alcuni indagati avrebbero mostrato un parere rilasciato dal settore Ecologia della Provincia di Salerno (sulla possibilità di utilizzo del compost in agricoltura). con il quale avrebbero ingannato ignari agricoltori e smaltito illegalmente il loro compost, che sarebbe stato realizzato con i fanghi dei depuratori. In una nota della Provincia, però, l’ingegnere Giuseppe D’Acunzi, direttore del settore ecologia precisa che questo parere «ha fatto seguito ad espressa richiesta formulata dalla Sorieco s.r.l. il 17/5/2006 intesa a conoscere se "l’impiego in agricoltura del compost è subordinato ad un’autorizzazione di cui l’agricoltore deve munirsi, o può essere liberamente utilizzabile". Il 12 giugno 2006, l’ufficio ha risposto che "i prodotti ottenuti dalle attività di recupero di rifiuti esercitate ai sensi dell’art. 33 del D.Lgs. 22/97, aventi caratteristiche merceologiche conformi a quanto indicato dalle norme tecniche di cui al D.M. 5/02/98 e destinati in modo effettivo ed oggettivo all’utilizzo nei cicli di consumo, non sono sottoposti al regime dei rifiuti e pertanto possono essere liberamente commercializzati". Per tale motivo "l’utilizzo del compost avente le caratteristiche indicate negli allegati alla Legge 748/84 e s.m.i., non è sottoposto ad alcuna autorizzazione in materia di gestione dei rifiuti». Insomma, il contadino può utilizzare liberamente il compost se questi è prodotto secondo dalla legge. Se poi questo prodotto sia compost di qualità, come ricorda l’assessore provinciale all’ambiente Angelo Paladino, non lo verifica gli uffici della Provincia ma eventualmente l’Arpac. L’operazione del Noe ha portato in provincia di Salerno oltre ai 16 fermi di pg, a sequestri di terreni e di autocarri.

Sempre dal Mattino del 05/07/2007:

Grosse buche per celare i veleni 

La Sorieco, finita nel mirino della magistratura di Santa Maria Capua Vetere è un’azienda insediata nell’area Pip di Piano Voglino, nata poco più di un anno fa. Doveva trasformare materiale fangoso in compost da utilizzare in agricoltura, un’attività, dunque, ambientalmente compatibile, e per questo impiega una decina di dipendenti. Tuttavia qualcosa non funzionava tanto che una ventina di giorni fa il sindaco Nino Terralavoro aveva fatto chiudere l’impianto visto che la vagliatura dei rifiuti conferiti avveniva all’esterno dell’impianto, provocando cattivo odore. Il primo cittadino aveva chiesto che il tutto avvenisse, come previsto, invece, all’interno dei capannoni. Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta il meccanismo d’azione con cui si smaltivano i fanghi era semplice: si cercavano proprietari di terreni per convincerli ad ospitare decine di quintali di sostanze ufficialmente travestite da concime organico. Poche centinaia di euro andavano all’agricoltore a fronte di migliaia che andavano all’organizzatore del traffico. Per due anni il gruppo ha operato nelle campagne di Altavilla Silentina, Capaccio, Albanella e Controne. Ed ogni volta che i carabinieri o i vigili urbani procedevano al sequestro l’Arpac difficilmente riusciva a chiarire la natura dei rifiuti sversati sul terreno. Sofisticati tecnici avevano già agito a monte miscelando quantità di rifiuti speciali con innocui scarti di industrie alimentari. A Controne l’iniziativa più decisa: un regolamento ferreo impedisce di spargere su quei terreni materiali che non siano stati ufficialmente certificati come concimi. L’estate scorsa, ad Altavilla Silentina, furono i vigili urbani a sequestrare un vasto appezzamento di terreno sorprendendo gli smaltitori mentre scaricavano. Da questo punto in poi c’è un cambiamento nelle modalità d’azione: nei terreni venivano scavate grosse buche ed i rifiuti venivano subito interrati con le ruspe. Nessuno avvertiva più odori strani, il meccanismo è ripartito alla grande. L’ultimo caso c’è stato una settimana fa quando Romualdo Guarracino ha affrontato il segretario di Rifondazione di Albanella, Giorgio Mottola "reo" di aver fatto stampare un manifesto critico sulle attività di Guarracino. L’esponente politico aveva interessato il consigliere regionale Gerardo Rosalia e Tommaso Sodano, presidente della commissione ambiente del Senato: entrambi sarebbero dovuti intervenire ad una manifestazione di solidarietà che a questo punto cambia di natura.

 

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2 risposte a Era ora!!!

  1. Unknown ha detto:

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  2. katia ha detto:

    tutto tempo perso da parte della magistratura visto che dopo 5 anni il processo approda a salerno sempre che ci siano reati da contestare invece direi di indagare su gli investigatori rei di questo gigantesco flop nomi che si evincono chiaramente dai verbali stilati.

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